Prendo spunto dalla frase di J.P.Morgan per parlare della consulenza legale. Questo servizio offerto dagli avvocati viene visto sempre con molta diffidenza dalle società, enti o anche persone fisiche. Purtroppo questa consuetudine fa si che dall’avvocato, dopo averlo scelto in modo adeguato, ci si vada solo quando il danno oramai è stato fatto ed il professionista può solo limitare il più possibile le conseguenze dannose delle scelte iniziali.
Che cosa è una consulenza legale ed a cosa serve.
La consulenza legale rientra nell’ambito dell’attività stragiudiziale. Consiste in un parere legale che approfondisce gli aspetti del caso presentato e fornisce delle risposte alle domande che gli vengono poste. È un’analisi attenta ed approfondita degli elementi che sono stati portati all’attenzione del professionista. Gli aspetti che vengono toccati sono generalmente aspetti di fattibilità e/o sul come impostare o meno di un’operazione o una azione e quando questa non può essere fatta così come proposta dal cliente. L’avvocato dovrebbe poter trovare il modo “onesto” per far si che il cliente raggiunga lo stesso il suo obiettivo. Ovviamente non sempre è possibile ma questo è il traguardo da raggiungere.
Il ruolo dell’avvocato che svolge la consulenza non è quello di decidere come svolgere l’operazione o porre in essere l’azione. E’ semplicemente quella di rendere consapevole il richiedente della consulenza delle varie conseguenze e/o dei vari aspetti a cui va incontro. Resterà sempre a colui che ha richiesto la consulenza prendere la decisione se fare o meno una determinata operazione o azione e soprattutto come farla. Queste scelte finali verranno fatte sicuramente in modo più consapevole.
Un esempio:
Tizio, legale rappresentante di una associazione senza scopi di lucro, ha la necessità di avere del personale per svolgere le proprie attività. Dei ragazzi, tra cui un certo Caio, si offrono di svolgere tali attività a titolo gratuito in quanto condividono gli scopi sociali e/o religiosi e lo farebbero per spirito solidaristico. Tizio quindi, senza chiedere alcuna consulenza ed in piena buona fede pensando che tanto il lavoro prestato rientra nel volontariato, comincia a dare mansioni ai ragazzi ai quali ovviamente da un rimborso spese. Dopo qualche anno, a causa di dissapori tra Caio e Tizio, quest’ultimo decide che Caio non deve più prestare la sua opera. Il ragazzo a questo punto, risentito dell’esclusione fa causa a Tizio sostenendo di aver lavorato senza contratto e senza contributi attribuendo alle somme date a titolo di rimborso, il valore di corrispettivo per l’opera prestata.
Se Tizio si fosse recato da un avvocato per chiedere una consulenza il professionista avrebbe predisposto dei contratti di volontariato, o contratti a titolo gratuito (di cui parleremo in altra occasione) che avrebbero permesso a Tizio di svolgere la sua attività, ma al tempo stesso lo avrebbero tutelato e non avrebbe dato la possibilità a Caio di fare una causa, il cui esito è sempre incerto e le spese sono molte.
I costi di una consulenza.
Molti hanno paura di rivolgersi ad un avvocato per chiedere una consulenza perché hanno paura che questa abbia dei costi elevati.
Bhe sfatiamo un mito. In primo luogo i costi di una consulenza non solo non sono elevati ma il tariffario forense prevede per l’attività stragiudiziale degli scaglioni di prezzo. in secondo luogo, i costi di una consulenza il cui valore è indeterminato (come per l’esempio sopra riportato), è di circa 1/3 rispetto al costo necessario per affrontare una causa di lavoro. Quindi se oggi i costi di una consulenza potrebbero sembrare spesi in modo non opportuno, è pur vero che la spesa odierna potrebbe, in un futuro neanche troppo lontano, far risparmiare molto di più.
A chi conviene.
Questa è una valutazione assolutamente soggettiva. Di sicuro conviene a chi si deve muovere in un campo che non è il suo e, se posso dare un consiglio, diffidate sempre dalle voci “da bar” anche perché ci sono ambiti dove o le cose si conoscono bene, oppure non è possibile arrivarci con il semplice buon senso (Vedi per esempio la responsabilità amministrativa degli enti cliccando qui). Per quanto riguarda le società è possibile anche stipulare contratti di consulenza continuativi (oggi va di moda il termine outsourcing) che vengono cuciti su misura per le esigenze aziendali la cui durata è del tutto decisa dalle parti. La società espone le sue esigenze e l’avvocato prevede la tipologia di contratto di consulenza continuativa ad hoc.
In conclusione.
Che siate una società, ente o persona fisica, non abbiate paura di rivolgervi ad un avvocato per chiedere una consulenza, cercatene uno (qui qualche consiglio su come scegliere un avvocato che faccia al caso vostro) che abbia le competenze che vi interessano e contattatelo, magari anche solo per sapere quanto può costare una consulenza relativamente al caso che vi interessa.
Per qualsiasi ulteriore informazione o domanda sull’argomento potete contattare in forma privata l’Avv. Daniele Ingarrica mediante il form presente nella pagina contatti . Per lasciare invece un commento visibile a tutti sul blog andare in fondo alla pagina.
2 commenti su “Consulenza legale. Perchè non approfittarne?”
Grazie veramente una pagina utile per ricevere in modo semplice ma professionale dei consigli.
Grazie a Lei.