Durante questa quarantena da Coronavirus non è difficile notare, anche semplicemente affacciandosi dalla finestra, che in questo ultimo periodo c’è troppa gente in giro. Dal 9 marzo, data dell’entrata in vigore del decreto legge che di fatto ha messo in quarantena tutta l’Italia, dopo un primo periodo di assestamento si era notata una notevole diminuzione delle persone in giro per le città. Oggi, 4 aprile, sembrerebbe che le persone si siano rilassate e non abbiano più rispetto per le norme e per la salute di tutti.
Che cosa è cambiato negli ultimi giorni?
Sicuramente dal 25 marzo, se non prima, la maggior parte dei telegiornali e dei servizi di informazione danno come numero di riferimento dell’epidemia non più il numero dei nuovi contagiati, ma quello della variazione dei nuovi contagiati (vedi i dati della protezione civile cliccando qui). Perché questa scelta e qual è la differenza tra i due valori? Il numero della variazione dei nuovi contagiati è decisamente inferiore a quello dei nuovi positivi al coronavirus e questo genera comunque un insperato ottimismo. Soprattutto dal primo giorno in cui è stato fornito quel dato che rappresentava 2.000 unità in meno rispetto al giorno prima.
Spiego brevemente in cosa consistono i due parametri:
- Il numero dei nuovi positivi corrisponde proprio al numero effettivo di coloro che sono stati scoperti aventi il coronavirus,
- il numero della variazione dei nuovi positivi corrisponde al numero dei nuovi positivi a cui viene sottratto il numero dei guariti e dei deceduti.
Ma quindi qual è il parametro da utilizzare per vedere se l’epidemia coronavirus regredisce o meno?
Sicuramente il parametro principale è proprio quello dei nuovi positivi. Se diminuisce quel dato allora si può cominciare a pensare che le misure prese dal Governo stiano avendo degli effetti.
Il parametro della variazione dei nuovi positivi non è idoneo allo scopo in quanto se un giorno si dovesse avere un elevato numero di decessi e di guariti, si rischia di avere come valore un numero anche molto vicino allo zero.Per esempio, prendendo la data del 30 marzo, si evince che il numero dei nuovi contagiati è di 4.050 unità mentre il numero della variazione dei nuovi positivi fornito dai mass-media è di appena 1.648 unità.
Qual è il vero problema?
Utilizzare il parametro della variazione dei nuovi positivi ha sicuramente un effetto di sollievo e positività per i cittadini in quanto fa sembrare che l’epidemia stia regredendo o che comunque abbia diminuito enormemente i contagi. Questa non reale diminuzione dei contagi se da un lato fa sembrare l’attività del governo idonea allo scopo, dall’altro fa rilassare i cittadini. Infatti in questi ultimi giorni stiamo assistendo ad un aumento delle persone in circolazione, di persone che passeggiano ecc.
Per dare un segnale (falsamente) positivo dell’attività del governo nel contenere l’epidemia, si ottiene il risultato negativo di un rilassamento ed abbassamento della guardia da parte dei cittadini che cominciano a non rispettare più le disposizioni date dal governo allora non si avrà mai un abbassamento dei numeri dei contagi effettivi e non quelli relativi.
Quali saranno le conseguenze?
Valutare le reali conseguenze del mancato rispetto delle regole di contenimento/serrata e di distanziamento personale (e non sociale che identifica più una differenziazione classista in base alle classi sociali) non sono di facile percezione. Serve una analisi dei dati abbastanza complessa ma che, unitamente al Dott. Simone Tedeschi (ricercatore dell’Università Roma Tre) mi riservo di effettuare. Di certo una logica conseguenza abbastanza certa è il prolungamento della serrata e delle misure di quarantena già esistenti.