Qualche anno fa parlai con un detenuto che mi disse “Avvocato, la giustizia è lenta, ma arriva!” Era una persona che aveva commesso alcuni reati abbastanza comuni e per i primi anni della sua “carriera criminale”, nonostante alcune condanne, non aveva ancora fatto un solo giorno di carcere. Questo lo aveva convinto del fatto che avrebbe potuto continuare con tranquillità. Di punto in bianco ha perso la sua libertà con una pena complessiva di oltre 8 anni di reclusione in carcere che ha dovuto scontare.
Perché la giustizia è lenta ad arrivare.
Il nostro sistema è molto garantista. Questo fa si che vi siano dei “meccanismi” che di fatto ritardano l’esecuzione della pena. Inoltre una pena da espiare, per essere tale, deve essere relativa ad un giudizio definitivamente concluso e, come sappiamo, la giustizia è già lenta di suo. Prima di arrivare ad una pena definitiva ci vogliono quindi diversi anni. Comunque, il fatto che una pena venga ritardata, non significa che venga cancellata!!
Quando una persona comincia a commettere reati per i quali non vengono applicate misure cautelari, all’inizio non ci sono conseguenze immediate. Prima che un processo si concluda passano diversi anni e poi si aggiunge il fatto che anche l’esecuzione della pena ha un suo iter. La pena inoltre può essere sospesa (una volta o al massimo due se la somma delle pene non super i due anni) o sostituita con forme alternative alla detenzione, come per esempio la messa alla prova presso i servizi sociali.
Così facendo sembra che la giustizia sia sempre lì lì per arrivare ma di fatto non arriva mai.
Cosa succede ad un certo punto?
Succede che il magistrato di sorveglianza metterà tutte insieme le condanne riguardanti la stessa persona, chiederà la revoca della sospensione condizionale della pena (se era stata concessa) e, vista la predisposizione del soggetto a commettere reati, darà parere negativo affinché la persona svolga il periodo di affidamento in prova ai servizi sociali. Conseguentemente emetterà un ordine di carcerazione per tutte le condanne ricevute da Tizio.
Tizio quindi si vedrà notificare il cosiddetto cumulo, contenente tutte le pene da lui ricevute ma non espiate con la conseguenza (in linea generale) di dover essere ristretto in carcere per il tempo corrispondente alla somma delle pene ricevute complessivamente.
Conclusione.
Sicuramente il nostro sistema giudiziario per garantire la massima sicurezza è lento. La lentezza però non deve in alcun modo far pensare ad una impunità. Perché la giustizia è lenta, ma arriva!
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