No all’uso dell’intelligenza artificiale per la redazione di articoli di diritto penale!

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L’Intelligenza Artificiale (acronimo italiano IA o acronimo inglese AI) ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, rivoluzionando numerosissimi settori, fino alla creazione di contenuti. Tuttavia, l’Intelligenza Artificiale non è idonea per scrivere articoli tecnici che siano essi di diritto penale o di altra materia giuridica. Attività questa che deve restare di esclusiva competenza di avvocati o operatori del diritto.

Proprio perché oggi è sempre più difficile capire e comprendere cosa sia stato fatto con l’Intelligenza Artificiale e cosa no, ho deciso di esternare il fatto che la redazione dei miei articoli è il frutto di studio, analisi sentenze e dottrina,  nonché esperienza. Proprio per questo in alto a destra in ogni articolo (piano piano aggiornerò anche i vecchi articoli) apparirà questo bollino che identifica, appunto, il NON utilizzo dell’intelligenza artificiale per la redazione dei contenuti

Non sono assolutamente contro l’AI, anzi, proprio perché la conosco abbastanza e la uso principalmente per creare immagini, conosco i suoi limiti che vi espongo.

Il problema delle fonti dell’Intelligenza Artificiale

Il primo problema che rende inidonea l’AI per la redazione di contenuti in di diritto sono le fonti. Infatti, l’Intelligenza Artificiale consultabile da noi comuni mortali (sia quelle free che a pagamento) prende le informazioni dalle cosiddette fonti aperte che corrispondono all’infinito mondo del web senza però fare una analisi dell’attendibilità delle fonti. Pertanto, se 1.000.000 di articoli ripotassero la dicitura reato penale l’AI scriverebbe un articolo con quella errata dicitura.

Inoltre, la sua banca dati è aggiornata al 2022[1] quindi diciamo con un ritardo di 2 anni rispetto al presente. Questo fa sì che una novità legislativa non verrebbe mai presa in considerazione falsando completamente il risultato della ricerca.

Se si domanda alla AI[2] da dove prende le informazioni e quali banche dati utilizza la risposta è la seguente: Se hai bisogno di informazioni specifiche o aggiornate, ti consiglio di consultare direttamente fonti autorevoli o banche dati specializzate come JSTOR, Westlaw, LexisNexis per il diritto, o PubMed per le scienze, tra altre. Questi strumenti sono eccellenti per ricerche approfondite e aggiornate. Quantomeno è onesta!!!

La specificità del linguaggio giuridico

Il diritto è un campo che richiede precisione assoluta nel linguaggio. Le parole hanno significati specifici e sfumature particolari che hanno un impatto enorme su come viene interpretata una norma, un titolo di reato o una sentenza. L’Intelligenza Artificiale, per quanto avanzata, si basa su modelli statistici, su modelli di apprendimento automatico e su basi probabilistiche. Questo significa che genera contenuti basati su dati esistenti ma non su una comprensione della materia e non è quindi in grado di rapportarla al caso concreto.

La stessa AI, sempre in risposta alla domanda precedente afferma che: Ad esempio, la distinzione tra “responsabilità contrattuale” e “responsabilità extracontrattuale” in un testo legale è sottile ma cruciale. Un’AI potrebbe confondere questi concetti o non catturarne la sfumatura, compromettendo la qualità e l’affidabilità del contenuto.

L’evoluzione dinamica del diritto

Spesso gli autori che scrivono articoli di carattere scientifico in materia di diritto penale, affrontano argomenti nuovi o in fase di sviluppo. Per questi non esistono ancora ampie basi di dati su cui un’Intelligenza Artificiale potrebbe basarsi (vedi per esempio il mio articolo sulla responsabilità penale nel metaverso). Questo significa che l’AI non avrà accesso alle informazioni più recenti non sarà in grado di contestualizzare correttamente le nuove normative o i cambiamenti giurisprudenziali.

Le norme di diritto penale rispecchiano spesso dei trend e delle situazioni sociali ed una evoluzione normativa è spesso dettata da una evoluzione sociale. Essere in grado di valutare questi aspetti rende decisamente più mirata e centrata la valutazione di un avvocato penalista che va oltre il mero dato normativo e, inserendo il fatto storico all’interno di un contesto sociale, è in grado di fornire una consulenza decisamente più puntuale e reale.

Inoltre, la legge è spesso soggetta a interpretazioni contraddittorie da parte dei diversi tribunali o giuristi. L’AI non è in grado di gestire correttamente queste contraddizioni ed a fornire un’analisi accurata, data la sua dipendenza da modelli statistici che non riflettono tutte le sfumature di un caso specifico.

Conclusione

L’Intelligenza Artificiale è un ottimo strumento per la raccolta di dati e uno strumento per generare contenuti generalisti che non pretendono di dare certezze ma non è ancora all’altezza della complessità richiesta nella redazione di articoli che richiedono competenze specifiche. La specificità del linguaggio giuridico, la necessità di un giudizio critico, la dinamica evoluzione del diritto, le considerazioni etiche e la necessità di esperienza umana sono tutti elementi che rendono l’AI assolutamente inadatta per questo tipo di lavoro. Gli articoli tecnici legali richiedono una comprensione profonda della materia, un’analisi critica e la capacità di interpretare la legge in modo che sia applicabile a situazioni specifiche. Tutte competenze che rimangono (e credo rimarranno anche in futuro) saldamente nelle mani di noi esseri umani.

[1] Mi riferisco a Chat GPT ed alla data in cui scrivo

[2] Chat GPT versione a pagamento

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