Spesso e volentieri ci siamo trovati di fronte al dilemma di come riuscire a personalizzare al meglio il nostro biglietto da visita più importante, il curriculum vitae. E’ molto importante strutturarlo in maniera corretta perché i selezionatori, che vedono curriculum tutti i giorni, anche a colpo d’occhio può comprendere se è interessante o meno.
Come strutturare un curriculum vitae
Il curriculum può essere strutturato in vari modi anche perché non esiste una forma standard o comunque un modello corretto e predefinito che si possa definire universale. Tanto per cominciare il curriculum vitae in formato europeo sembrerebbe già tramontato in favore della versione americana molto più snella e sintetica.
Un consiglio che posso dare è non aver paura di utilizzare un format unico o non prestampato; ognuno può personalizzare il proprio curriculum vitae (senza eccedere). Per esempio se si sta cercando un posto di lavoro creativo come designer o web designer oppure nel campo della pubblicità è possibile inserire alcuni elementi grafici con colori o immagini. Così come se si sta cercando un lavoro in ambito legale, finanziario o similare, è meglio non utilizzare la grafica creativa.
Cosa scrivere
Per quanto riguarda i contenuti, sarebbe opportuno concentrare la propria attenzione sulle esperienze maggiormente allineate con il settore in cui opera l’azienda. Oggi si ricerca sempre di più la specializzazione in un determinato settore, quindi non inserite esperienze distanti tra di loro. Il contenuto si può suddividere in elementi essenziali e facoltativi.
Gli elementi essenziali sono:
- i dati anagrafici completi come nome – cognome – domicilio – contatto mail – numero di telefono e/o cellulare. la data di nascita è considerato essenziale in Italia, ma non negli USA per esempio;
- Formazione professionale: studi compiuti ed esperienze lavorative. L’ordine di questi fattori dipende da una vostra scelta. Ritengo che un ragazzo appena uscito dagli studi che per ragioni di anagrafica non avrà tante cose da inserire all’interno del curriculum vitae, inserisca appunto la laurea, gli eventuali master e poi l’attività lavorativa se svolta effettivamente. Al contrario una persona che oramai ha magari una decina di anni di esperienze lavorativa sulle spalle è meglio che parta da queste in ordine crescente di anzianità. Ogni cosa che si inserisce deve avere l’anno di riferimento;
- la conoscenza delle lingue: ed il grado di conoscenza effettiva. Si possono utilizzare anche termini come buono od ottimo. Da tener presente che un livello buono deve permettere al candidato di affrontare una conversazione sulle competenze specifiche del lavoro richiesto. Se si è in possesso di certificazioni ovviamente inserirlo a patto che non siano troppo in là con il tempo. Una certificazione conseguita a metà degli anni ’90 indicarla potrebbe addirittura essere controproducente;
- le competenze informatiche: queste sono molto importanti e è necessario indicarle in relazione ai principali software. Anche in questo caso chi fosse in possesso di certificazioni per corsi effettuati o altro li inserisca e valgono le stesse considerazioni temporali fatte per la conoscenza delle lingue;
- trasferte: inserire il vostro consenso o meno al trasferimento in altre sedi è importante. In base alle aziende questo è un elemento che alle volte diventa essenziale;
- qualora apparteniate ad alcune categorie protette è necessario inserirle;
- privacy: la liberatoria sul trattamento dei dati personali contenuti sul curriculum vitae è indispensabile.
Gli elementi facoltativi sono:
- la fototessera: sul punto sicuramente in alcuni casi è importante. Per esempio per chi deve valutare decine di candidati, la fototessera aiuta sicuramente il selezionatore per ricordarsi del soggetto. E’ scontato, ma la fotografia che si inserirà all’interno del curriculum vitae non deve essere un ritratto di scena familiare, o conviviale, piuttosto formale è meglio;
- le proprie capacità personali: queste sono facoltative è vero, ma possono essere molto importanti. Per esempio la capacità di lavorare in un gruppo di lavoro, la curiosità e la dinamicità, oppure anche le capacità di problem solving (argomento di cui ho parlato qui) essendo capacità di rilievo sono fondamentali, ma sappiate che possono essere oggetto di verifica da parte selezionatori e quindi o corrispondono a realtà, oppure è meglio non inserirle;
- lo stato civile: questo è del tutto irrilevante ed inserirlo o meno rimane una vostra scelta;
- Hobby e interessi personali: personalmente non li ritengo utili però non ci sono controindicazioni.
La lettera di presentazione e referenze
Per quanto riguarda la lettera di presentazione, la risposta non è univoca. Se si tratta di candidatura spontanea oppure in risposta ad una annuncio di una società di ricerca e selezione del personale, non è necessario inviarla perché tanto è difficile che venga presa in considerazione. Mentre, se si tratta di una candidatura diretta ad uno studio professionale la lettera di presentazione può risultare un punto a vostro vantaggio.
Le referenze invece possono essere richieste successivamente anche in sede di colloquio. Si possono indicare nel curriculum vitae qualche nominativo con il contatto dei precedenti datori di lavoro, oppure scrivere prima dell’autorizzazione ai dati personali inserire la dicitura “disponibili su richiesta”.
Conclusioni
Il curriculum vitae può dire molto di voi, così come non dire assolutamente nulla. Alle volte uscire fuori dal coro (senza esagerare) può risultare vincente. L’importante è scrivere le cose in modo chiaro, facile da leggere e fare in modo che ad un primo sguardo veloce l’occhio cada sulle caratteristiche (esperienze lavorative o altro) che vi contraddistinguono.
2 commenti su “Come scrivere un Curriculum vitae – consigli pratici”
Buongiorno Avv. Ingarrica, mi sono imbattuto nel suo articolo in quanto so preparando un intervento a degli studenti proprio sulla tematica della ricerca del lavoro. Apprezzo molto il “coraggio” di dire che il formato europeo del CV sia ormai obsoleto: trovo infatti che se ci si limita ad utilizzare qualcosa per il semplice fatto che “si è sempre fatto così” sarà molto difficile fare passi avanti, sia professionalmente che a livello globale della società in cui viviamo.
Complimenti anche per gli altri contenuti, ho dato una lettura veloce al blog e l’ho inserito tra i preferiti! 😉
Buon giorno Sig. Falzone,
non posso che ringraziarla per le sue parole. Purtroppo ci sono troppe cose in Italia che continuano ad andare avanti “per il semplice fatto che si è sempre fatto così”. L’unica cosa che possiamo fare è non lasciarci sopraffare da questo lassismo dilagante e continuare a puntare sulle nostre idee e contenuti.
Buona giornata