Fattura elettronica tra privati

La fattura elettronica tra privati sarà obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2019.  Tale metodo di fatturazione, già obbligatorio nei rapporti tra professionisti e Pubblica amministrazione, è stato esteso ai rapporti anche con i privati fondamentalmente per contrastare l’evasione fiscale. In realtà già dal 1 gennaio 2017 già era possibile anche nei confronti del privato emettere la fattura elettronica (Cfr. Decreto Legislativo n. 127 del 2015). Tale facoltà dal prossimo primo gennaio diventerà un obbligo così come previsto dalla legge di bilancio 2018 (legge 205 del 2017 art. 1 comma 916 che recita : “Le disposizioni di cui ai commi da 909 a 928 si applicano alle fatture emesse a partire dal 1º gennaio 2019. “). La normativa riguardante la fatturazione elettronica ed alcune circolari specifiche, le potete consultare direttamente sul sito dell’agenzia delle entrate cliccando qui.

Importante è l’autorizzazione concessa allo Stato Italiano dalla UE in merito alla deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune dell’iva (clicca qui per leggere la decisione di esecuzione del consiglio del 19 aprile 2018).

B2B e B2C cosa significano?

Gli acronimi B2B e B2C indicano una fatturazione Business to Business ed una fatturazione Business to Consumer. Ovvero la fatturazione elettronica tra professionisti B2B e tra professionisti e consumatori B2C. In realtà sono acronimi che hanno poca importanza soprattutto ora che siamo prossimi alla fatturazione elettronica senza distinzioni di sorta.

Chi deve emettere la fattura elettronica.

L’obbligo riguarderà imprese o lavoratori autonomi residenti, stabiliti o identificati nel territorio dello Stato con le uniche eccezioni rappresentate dalle fatture emesse dai contribuenti che si avvalgono del regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89 della legge n. 190/2014) e del regime dei minimi (ex articolo 27 del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98). Per questi soggetti resta fermo l’obbligo di emettere la fattura in formato digitale per le operazioni effettuate nei confronti della Pubblica amministrazione.

Pertanto io libero professionista o titolare di partita iva (che non rientro nel regime dei minimi o regime forfettario) oppure azienda, dovrò emettere solo ed esclusivamente fattura elettronica qualunque sia il mio cliente.

Come si emette la fattura elettronica.

  • Si utilizza un software per la sua realizzazione. Infatti il file generato è un file .xml ed è, se non per pochi specialisti del settore, impossibile scrivere manualmente il codice;
  • realizzato il file, questo deve essere firmato digitalmente in modo da garantirne il contenuto;
  • è necessario inviare il tutto al sistema di interscambio (acronimo SDI) il quale dopo aver effettuato i dovuti controlli si occuperà di inviare la fattura al destinatario (clicca qui per conoscere la procedura dello SDI).

Per la realizzazione della fattura elettronica e quindi del file .xml esistono vari software sia free che a pagamento. Anche l’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione un software free per tutti gli utenti (clicca qui).

Per emettere correttamente la fattura elettronica è necessario avere, oltre i normali dati che fino ad oggi abbiamo utilizzato, il codice univoco del destinatario della fattura da inserire all’interno del codice .xml ed una pec personale dalla quale inviare la fattura allo SDI. Ogni ufficio della Pubblica amministrazione ne ha uno ed è presente on line.

Cosa cambia con la fatturazione elettronica tra privati.

Chi in qualche modo ha avuto rapporti professionali con la Pubblica amministrazione già conosce la fattura elettronica e successivamente all’invio della stessa al sistema di interscambio SDI non dove svolgere nessun altro adempimento. Infatti in questo modo lo Stato viene a conoscenza dell’emissione della fattura e, mediante l’inserimento di un codice univoco all’interno del file.xml, il sistema di interscambio in automatico la recapita nella casella di posta elettronica certificata dell’ufficio della Pubblica amministrazione competente. In questo modo si ha data certa di emissione e di consegna della fattura. Questo è importante anche per i termini di pagamento.

Con il privato notiamo subito delle peculiarità. In primis il codice univoco ed in secundis la casella di posta certificata. Infatti assegnare un codice univoco a tutta la popolazione nazionale è un’impresa non da poco. Inoltre dare l’obbligo a tutti i cittadini di munirsi di una casella di posta elettronica certificata e di controllarla periodicamente è praticamente impossibile.

L’Agenzia delle entrate per ovviare a queste problematiche ha previsto che:

  • il codice univoco per il privato dovrà essere: 0000000
  • per recapitare la fattura elettronica l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione del privato la possibilità di visualizzare on line tutte le fatture proprie. Ovviamente per il soggetto privato e per tutti coloro ai quali verrà utilizzato il codice univoco 0000000 sarà necessario, oltre ad inviare la fattura allo SDI, stampare la fattura e consegnarla brevi manu al destinatario.

Il QR code come si usa per la fatturazione elettronica.

L’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione dell’utente un portale per aiutarlo nella fatturazione (clicca qui). Tra le varie funzioni ed opzioni è interessante la generazione di un QR-code per l’utente. Infatti questo servizio consente ai contribuenti titolari di partita IVA di generare un codice a barre bidimensionale da mostrare al fornitore tramite dispositivo mobile o su carta. 

Grazie al codice QR, il fornitore, al momento della predisposizione della fattura elettronica, può acquisire in automatico i dati del cliente (numero di partita Iva del cliente, dati anagrafici e indirizzo telematico – solo se il cliente ha prima utilizzato il servizio di registrazione), in modo veloce e senza il rischio di commettere errori. Il QR code generato può essere utilizzato non solo con la stessa applicazione web di predisposizione della fattura elettronica presente nel portale “Fatture e Corrispettivi”, ma anche con l’APP su dispositivi mobili, la procedura stand alone e tutti i software di terze parti che lo prevedono. 

I dati contenuti nel QR code saranno automaticamente e senza errore precompilati in fattura. (Fonte Agenzia delle Entrate clicca qui).

Consigli.

Per chi per la prima volta deve effettuare una fattura elettronica, mi permetto di dare alcuni consigli e suggerimenti:

  • realizzato il file .xml non apritelo, né cambiategli nome. Ogni attività potrebbe rendere non più utilizzabile la fattura e vi trovereste con un messaggio di errore dallo SDI. Lo potete tranquillamente spostare da una cartella ad un’altra;
  • controllate la correttezza del file da questo sistema fornito dall’agenzia delle entrate (clicca qui);
  • stampate una copia  della fattura da questo applicativo che rende il file .xml leggibile (clicca qui).

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